
C’è una frase che ripeto spesso, soprattutto quando parlo con donne che si sentono in guerra con il proprio corpo:
“Non è il corpo che pesa. Sono i pensieri che ci raccontiamo ogni giorno.”
Questa è la storia di Francesca.
Una donna come tante. Con un lavoro, una famiglia, mille impegni.
E una battaglia silenziosa che portava avanti da anni: quella con il proprio riflesso. Con se stessa. Con un vestito nero appeso nell’armadio.
Il vestito che giudica
Quel vestito era il suo preferito.
Quello che metteva quando si sentiva forte, centrata, bella.
Ma da un po’ di tempo era lì, inutilizzato. Ogni volta che ci passava davanti, qualcosa si chiudeva nello stomaco.
Non era solo una questione di taglia.
Era una questione di identità.
Quel vestito, ormai, le ricordava una versione di sé che sembrava lontana, irraggiungibile.
“Non mi sento più quella donna”, mi ha detto.
E lo specchio è diventato nemico.
Non tanto per quello che mostrava…
Ma per quello che non riusciva più a farle vedere.
Quando il corpo diventa un contenitore di colpa
Francesca aveva provato ogni cosa: diete, detox, promesse da lunedì.
Ma la vera fame era altrove.
Era fame di leggerezza mentale. Di libertà emotiva.
Di perdono verso se stessa.
Il peso che sentiva addosso non era fatto solo di chili.
Era fatto di frasi non dette, aspettative, paragoni, auto-sabotaggi.
Ed era diventato così familiare da sembrare normale.
Il momento che cambia tutto
Il giorno in cui mi ha contattata, non cercava un programma alimentare.
Cercava uno spiraglio.
Mi ha detto: “Vorrei solo tornare a sentirmi in pace.”
E io le ho fatto poche domande, ma vere.
Quelle che non ti chiedono cosa mangi… ma cosa senti.
Cosa ti sei raccontata ogni giorno, fino a crederci davvero?
Quando hai smesso di sentirti degna di stare bene?
Chi sei diventata per proteggerti da quel dolore?
E tra una lacrima e un sospiro, Francesca ha capito:
Non era il corpo ad averla tradita.
Era il modo in cui aveva iniziato a guardarsi senza amore.

Il corpo risponde a ciò che credi di te
Nel percorso insieme, Francesca ha imparato a parlare a sé stessa con più dolcezza.
Ha smesso di pensare che per valere doveva rientrare in uno standard.
E piano piano, senza forzature…
Il corpo ha cominciato a risponderle.
Il peso ha cominciato a cambiare.
Ma non perché lo inseguiva.
Perché stava guarendo qualcosa di più profondo.
Il vestito è ancora lì
Francesca non ha buttato quel vestito.
Oggi lo guarda con altri occhi.
Non più come un metro di giudizio.
Ma come il simbolo di una donna che ha scelto di volersi bene, anche prima del risultato.
È tornata a sentirsi bella. Non perfetta.
Ma intera.
E questo ha cambiato tutto.

Se qualcosa dentro di te è risuonato…
Forse anche tu hai un “vestito nero” nell’armadio.
Un simbolo, una voce interna, una parte di te che hai messo da parte per troppo tempo.
E se leggendo questa storia hai sentito un nodo, una stretta, una lacrima che sale…
allora forse è il momento giusto per parlarne.
Io ti ascolto.
Ho creato uno spazio sicuro, dove puoi raccontarti, senza giudizio.
Una chiamata. Un inizio. Un piccolo passo verso una versione di te più libera.
Il viaggio verso la leggerezza non è mai solo fisico.
È prima di tutto una riconnessione con la tua vera essenza.
E io sono qui per accompagnarti. Con delicatezza, rispetto… e tanta verità.
La tua Coach in Tasca
Vale
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Chissà se le mie ferite si possono curare?….